Come gestire i lavoratori remoti (pillole) – 1

Provo qui a mettere giù le idee più importanti che mi sono rimaste dopo aver seguito un seminario online in cui davano consigli su come governare al meglio un team di lavoratori remoti.
Ammetto di aver approcciato questa serie di seminari online in lingua inglese come i classici corsi fatti per vendere qualcosa come ce ne sono tanti, partivo quindi con basse aspettative per cui sono rimasto stupito dal poter cogliere qualche spunto vero da applicare in situazioni lavorative reali.

Il primo “episodio” esordiva immediatamente con l’intervento di un’esperta. Una donna manager, sulla quarantina, che dopo aver detto banalità su come sia facile perdere il filo con i collaboratori a distanza, ha poi piantato nel terreno alcuni monoliti da vero manager.

In qualsiasi team di lavoro, anche in presenza, è normale trovare competitività e quel pizzico di arrivismo per farsi notare, è normale cioè trovarsi in ambienti da dog-eats-dog, dove nessuno vuole prendersi responsabilità oltre il suo naso. Invece una delle prime pietre messe sul campo da questa donna è proprio la capacità di assumersi le colpe, non solo le proprie, ma anche quelle del proprio team, soprattutto di quei collaboratori che non sono in presenza e che avrebbero meno possibilità di difendersi e rimanere credibili. Da una porte cosa di per se normale: sei il manager, o in italiano così è più evidente, il responsabile di un team e di conseguenza di fronte ai committenti devi ritenerti responsabile se chi ti ha seguito ha commesso qualche errore.
A parte questa banalità che passa per atto di coraggio, l’essere punto di riferimento anche durante gli insuccessi è questo che permetterà ai membri del team di darà credibilità al manager anche nel proseguo del lavoro.

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