Come nasce una multinazionale
In un epoca storica, quella di Internet e del pensiero iper-veloce, dove ci si vuole arricchire in fretta e la parola chiave delle nuove imprese è START-UP, cosa sono le multinazionali?
Multinazionale ha un eccezione quasi negativa nel nostro quotidiano: quel termine diventa così un modo dispregiativo per identificare i grandi colossi internazionali, grandi marchi universalmente riconosciuti, votati unicamente al profitto sulle spalle della popolazione che ne diventa il principale cliente/beneficiario.
Ma è ancora possibile oggi far nascere una multinazionale?
Ma prima di tutto, cosa si intende con multinazionale?
In ambito economico una multinazionale è un’impresa, di norma una società, che organizza la sua produzione in almeno due paesi diversi.
Una solida multinazionale è in realtà prima di tutto un azienda che è cresciuta e si è fatta le ossa nel proprio territorio nazionale.
Come ogni azienda, oltre al coraggio e allo spirito imprenditoriale però sono necessari anche altri requisiti.
Il primo passo di una multinazionale non è quasi mai quello di diventare subito multinazionale avendo più sedi in paesi diversi.
Nasce come un impresa che sviluppa nel proprio territorio un’idea di business che funziona. Ma prima di esportare quest’idea possono passare diversi anni in cui il progetto viene affinato. Ci si confronta col mercato e, sbagliando nel piccolo, si apportano i giusti correttivi affinché gli errori fatti per farsi la dovuta esperienza non siano così grandi da mangiarsi l’azienda, ma permettano di imparare da questi fortificando il modello di business con cui era nata.
Quando questo processo locale può dirsi maturo per essere considerato valido globalmente?
Come ho detto possono passare anni dalla fondazione dell’azienda al primo passo fuori dai confini nazionali. Ma quando ci si accorge che il momento è arrivato?
Come dicevamo, l’idea di business si fa strada negli anni in ambito nazionale, fino a diventare leader in quel preciso segmento di attività. A volte, così tanto leader che ci si accorge che il settore di mercato occupato dall’impresa rischia di diventare saturo e fermarne la crescita a meno di aprirsi a nuovi mercati, all’estero.
E’ normale, ancor prima di aprire una nuova sede all’estero, averne qualche piccolo assaggio tramite clienti esteri che, riconoscendo la bontà del progetto, iniziano ad avere contatti con l’azienda ancora di dimensioni nazionali.
Questo è un primo segnale che il progetto può funzionare anche in altri paesi. I clienti raggiunti in questo modo tuttavia non saranno mai sufficienti a giustificare una nuova sede nel loro paese.
E’ ancora una volta il coraggio e lo spirito imprenditoriale che chiama a raccolta le forze dell’azienda per iniziare una nuova avventura con la prima sede all’estero.